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Nel mese di gennaio 1982, durante il CES di Las Vegas, venne annunciato quello che senza dubbio è stato il maggiore successo commerciale della storia dell’informatica. Il Commodore 64 arrivò sul mercato statunitense nel mese di agosto ad un prezzo di 595 dollari e in Italia a marzo dell’anno successivo con un prezzo di circa 970.000 lire. Tra il 1983 e il 1986, il Commodore 64 è stato il computer più venduto della storia con circa 2,5 milioni di unità all’anno. Non sono noti i dati ufficiali, ma si stima che l’azienda abbia venduto complessivamente oltre 17 milioni di unità.

La dotazione hardware era di alto livello per l’epoca, superando in prestazioni i prodotti più noti in commercio, come l’Atari 800 e l’Apple II. Il computer della Commodore Business Machines integrava un processore MOS Technology 6510 a 1 MHz, 64 KB di memoria, un chip grafico in grado di gestire immagini con risoluzione di 320×200 pixel a 16 colori e una uscita video composita.

Molti nostalgici ricorderanno sicuramente il famoso registratore a cassette Datassette che mostrava spesso sullo schermo della TV la scritta “LOAD ERROR“. Il Commodore 64 ha avuto anche il pregio di avvicinare molti ragazzi alla programmazione, grazie al supporto per il BASIC, il linguaggio sviluppato dalla neonata Microsoft.

Commodore Business Machines è andata in bancarotta nel 1994. Il glorioso marchio è stato acquisito ad aprile 2010 da Commodore USA che, esattamente un anno dopo, ha realizzato il Commodore 64x, un prodotto che ricorda solo esteticamente il Commodore originale, in quanto basato su un hardware attuale. Recentemente è iniziata la vendita del modello Extreme con un processore Intel Core i7, ma nonostante il nome non potrà assolutamente competere con lo storico computer nato 30 anni fa.