I siti porno hanno finalmente il loro dominio. Il .xxx diventerà il quartiere a luci rosse del Web, ghettizzando i siti che offrono contenuti erotici, di qualunque genere, a pagamento e non.
L’approvazione di questo dominio ha subito più volte degli intoppi, ma ora l’ICANN sembra aver dato il lasciapassare finale. I primi domini .xxx dovrebbero iniziare ad apparire entro pochi mesi.
Tra chi esulta però non c’è l’industria del porno o almeno, non tutta. Grandi nomi si sono riuniti nella Free Speech Coalition per esternare tutta la loro contrarietà. Anzitutto c’è un problema di costi: molte aziende ritengono che sia ingiusto pagare 60/70 dollari per registrare ogni loro sito anche sotto il dominio .xxx. Un’operazione da molti ritenuta superflua, in quanto questi nuovi siti fungerebbero principalmente da redirect verso quelli registrati con altre estensioni.
Il secondo aspetto è proprio quella sorta di “dominio ghetto“. All’industria del porno non va bene sia per una questione “morale”, ma soprattutto perché un unico dominio consentirebbe di rendere più efficaci le soluzioni di filtraggio, con un’immediata e forse elevata perdita d’incassi. Per proteggere i bambini, ritiene l’industria pornografica, ci sono altre strade. Un dominio ghetto non è la soluzione.
“L’ICANN ha pericolosamente sottovalutato l’input arrivato dai governi di tutto il mondo. Peggio, ha ignorato il grido di opposizione dell’industria dell’intrattenimento per adulti respingendo gli interessi della libertà di parola su Internet”, ha dichiarato Diane Duke, direttore di FSC.
La festa della mamma…
Molti la chiamano una festa consumistica, ma all’interno degli affetti, ipocrisie e nasi che si storcono a parte, la festa serve.
In sociologia feste e ricorrenze servono a dare nell’immaginario collettivo una valenza sociale, un riconoscimento, forte, preciso, per l’appunto “pubblico” di un evento.
Perché la mamma serve, e vale la pena riconoscerlo, e perché alla mamma serve.
La mamma che fatica, la mamma che sorride, la mamma che allatta, la mamma che cura, coccola, , sgrida, fruga tra cassetti, pensieri e cuori, per sapere tutto.
Per sapere sempre, per sapere al momento giusto.
La mamma che lascia liberi, ma vigila da lontano, la mamma che soffre delle pene del figlio, che diventano più lancinanti di quelle sue, che quasi non sente nemmeno, occupata ad essere mamma.
Ma anche la mamma che sbaglia, che non ce la fa, che pensava fosse più facile, che non si spiega perché tutte tranne lei sanno sempre cosa fare!
Ma poi tra un pasticcio ed un altro non si arrende, si lascia guidare dal cuore, e ce la fa, ed agli occhi delle neomamme sembra anche lei perfetta.
Perché essere mamma oggi è difficile, molto più difficile, perché oggi per essere mamma a volte sei costretta ad essere lontana per lavoro , ma essere comunque presente.
Perché a volte preferiresti rinfilarteli da dove sono usciti ‘sti figli, piuttosto che affidarli a questo schifo di mondo.
Perché le mamme sono sole, anche quando hanno la fortuna di avere un papà vicino con cui dividere le responsabilità di un figlio.
Lasciate sole da uno Stato che lamenta la mancanza di natalità, ma che non fa niente per aiutarci ad essere mamme.
Non ci aiuta nel lavoro: molte donne devono scegliere, lavorare o fare figli.
Perché i nidi non ci sono, le baby sitter costano più di quanto guadagniamo, la mamma che lavora è considerata un peso, non ci sono uguali opportunità, una mamma che esce dal mondo del lavoro per accudire i figli piccoli difficilmente vi potrà rientrare.
E allora W TUTTE LE MAMME, e non solo oggi, ma 365 giorni l’anno
Una mamma….