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Venerdì 13 gennaio scorso alle ore 20:40 circa, il gigante Costa Concordia ha urtato uno scoglio nei pressi dell’isola del Giglio. La nave, 290 metri  di lunghezza e circa 4200 persone a bordo, è affondata rapidamente appoggiandosi su una secca a 200 metri dalla costa. Ad oggi sono accertate 11 vittime, e continuano le ricerche di 21 persone disperse.

Il capitano della nave, Francesco Schettino, originario di Meta di Sorrento, ha incredibilmente abbandonato la nave diverse ore prima degli ultimi passeggeri, e per questo (oltre che per la rotta tenuta dalla nava) è inquisito; su internet è stato massacrato, è stata resa pubblica la sua telefonata con la capitaneria di porto, in cui gli viene ordinato di risalire a bordo (“capitano, torni a bordo, cazzo! E’ un ordine!” – e lui “come faccio? non si può… è buio…” ed altre frasi sconnesse)… una conversazione incredibile, e in questi giorni tutti i programmi TV Vespa in testa non fanno che speciali sulla tragedia. In sintesi pare che la nave si è avvicinata troppo all’isola per la consuetudine di avvicinarsi e fare il saluto (suonando) ai porti turistici, lo fanno dappertutto tutte le navi da crociera. Anzi mi sa che lo facevano, perché da oggi in poi non verrà più consentito. Comunque il povero Schettino, che oggi pare fosse in compagnia di una donna al momento dell’urto, è il colpevole unico del disastro.

Passeggeri raccontano di aver sentito un forte “botto” verso le 20:40, mentre erano tutti a cena, e per quasi due ore gli altoparlanti dicevano di tornare in cabina, perché c’era un problema elettrico che sarebbe stato presto risolto. Alle 22:58  suona la sirena di abbandono nave, troppo tardi perché la nave era già inclinata su un fianco e le scialuppe di salvataggio sul lato inclinato non riuscivano a scendere, urtando sul fianco della nave… poi non sono stati distribuiti i salvagente a tutti, panico generale, ressa per salire sulle scialuppe… insomma l’emergenza è stata gestita una vera schifezza. In quelle due ore il capitano ha chiamato la Costa, dapprima chiedendo l’intervento di una ditta di manutenzione per “una piccola falla”… invece lo squarcio sulla nave è lungo quaranta metri. Forse non ha capito in tempo la situazione, o forse ha mentito per paura di essere licenziato. E poi appena possibile si è messo in salvo, e guardava la nave affondare dalla scogliera del Giglio. Incredibile. Nemmeno una bicicletta gli darei da guidare, a sto cretino. Ma certo bisognerebbe aspettare la fine dell’inchiesta, e sentire anche la sua versione. Ma comunque sia andata, resta il fatto che è sceso dalla nave a mezzanotte, anzi alle 23:30, quando alle 6 del mattino ancora uscivano passeggeri dalla nave. Il “pollo dei mari“, così lo chiamano i giornali esteri, non passerà un 2012 felice.

Le foto:

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