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Il 15 aprile 2010 si è spento Raimondo Vianello.Così dopo averci accompagnato per sessant’anni con la sua ironia, con la discrezione che ha accompagnato tutta la sua vita ,ci ha salutato.Si è spento a 87 anni il veterano della comicità italiana.Il decesso è avvenuto intorno alle sette all’ospedale San Raffaele di Milano. Il noto presentatore televisivo, che avrebbe compiuto 88 anni il 7 maggio prossimo, era ricoverato da qualche giorno al settimo piano del nosocomio, nel reparto solventi. «Ultimamente non stava molto bene – ha raccontato di lui il giornalista Loris Mazzetti – molti amici del mondo dello spettacolo gli avevano fatto gli auguri di pronta guarigione nelle scorse settimane». I funerali si svolgerano sabato a Milano.L’attore, nato a Roma, avrebbe compiuto 88 anni il 7 maggio prossimo. Era cresciuto a Spalato, in Dalmazia, dove il padre, ammiraglio della Marina militare, era stato trasferito. Proprio per accondiscendere ai desideri di papà Guido, che per lui avrebbe voluto una carriera da diplomatico, Vianello si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza. Ma la guerra e la detenzione, a causa della sua adesione alla Repubblica sociale come bersagliere, nel campo di concentramento americano di Coltano (Pisa) – dove incontrò Ezra Pound, Dario Fo, Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, il giornalista Enrico Ameri e il regista Luciano Salce -, lo allontanarono definitivamente dalla politica e dalle istituzioni.L’occasione buona si presentò quasi subito, nelle persone di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, che gli proposero di partecipare alla rivista Cantachiaro N°2. Qui Raimondo si distinse per il suo umorismo tagliente ma distaccato, il ruolo da superba spalla comica e lo stile elegante, che presto vennero messi a frutto nel cinemae in televisione. Il debutto sul grande schermo fu nel 1947 con una parte nei Due orfanelli di Mario Mattioli, cui seguirono in soli 21 anni (fino al 1968) un’ottantina di film da interprete e, tra il 1970 e il 1982, una quindicina da sceneggiatore. Con l’amico di mille sketch Ugo Tognazzi, poi, Vianello portò al debutto la televisione con l’irresistibile Un due tre (dal 1954 al 1959), animò lo spettacolo del sabato sera Il Tappabuchi con Corrado, condusse Canzonissima del ’69 e fu protagonista di una dozzina di programmi Rai, dai varietà ai quiz, fino a Questa sera niente di nuovo del 1981.
In quella fatidica data, con Sandra Mondaini, conosciuta nel 1958, sposata nel 1962 e diventata sua insostituibile partner anche nella vita professionale, passò alla corte di Silvio Berlusconi, diventando con Mike Bongiorno uno dei simboli della tv del Biscione. Dalle due serie di Attenti ai quei due del 1982-83 al Gioco dei 9 (1988-90), da Pressing (nove anni di ironia e competenza applicate alle domeniche calcistiche) ai Sandra e Raimondo Show, Vianello ha portato il suo umorismo di buon gusto nei palinsesti di Cologno.
Ma la “creatura” più famosa di Raimondo e Sandra resta la serie di Casa Vianello , che dal 1988 al 2008 ha portato il pubblico fin dentro le stanze dei due comici. Una sit-com piacevole e spassosa che era anche un’immersione nel garbato mondo della coppia più famosa dello showbiz italiano.Completano il curriculum di Raimondo il Telegatto del 1992 per Pressing, la conduzione del Festival di Sanremo del 1998 con Eva Herzigova e Veronica Pivetti, l’onorificenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana conferitagli nel 1996 dal presidente Scalfaro e, non avendo avuto figli con Sandra, l’adozione di un’intera famiglia di filippini. Ciao Raimondo…