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Tutta colpa del carovita e della stretta sulle spese. Come racconta il responsabile del coordinamento per la sicurezza dell’Ugl, Paolo Varesi, la pubblica amministrazione aveva stabilito che per le forniture gli apparati dello Stato scegliessero i contratti al massimo del ribasso. Il che aveva costretto chi si occupa del vestiario dei poliziotti ad abbandonare la ditta fornitrice italiana e a firmare il contratto con una società polacca.

Ma quella delle divise del 2007 non è stata l’unica sventura che ha colpito l’abbigliamento delle forze dell’ordine. Non è andata meglio con le scarpe: nelle scatole è capitato di trovare un numero 41 e un 44. A volte, per scovarne due della stessa misura e modello, si è dovuto cercare nei vari magazzini.

Viste le conseguenze, la pubblica amministrazione ha cancellato la norma che punta all'”austerity”. Intanto, però, il Viminale è stato costretto a ricorrere ai fondi di magazzino per poter vestire gli agenti. Non c’è da stupirsi, quindi, se si incontrano poliziotti con divise diverse tra loro. Magari non saranno modelli degli ultimi anni, ma una cosa è certa: almeno la lingua italiana è stata salvaguardata.